domenica 20 novembre 2016

L'orso Serafino

Come nascono gli orsi?

Possiamo raccontare la storia di mamma orsa, papà orso e del loro cucciolo peloso, iniziando nel più classico dei modi: c'era una volta in un bosco lontano... Oppure, come farebbe Piero Angela, spiegare che, dopo 7-8 mesi di gestazione, alla nascita i cuccioli sono ciechi, privi di denti e pesano appena 300-400g.

E gli orsi di stoffa?
Come nascono gli orsi di stoffa?



Uhm ... ma certo, nascono da un disegno!
Per realizzare un cartamodello perfetto, possiamo recarci in montagna di notte e scovare la tana di un orso in letargo; sfoderare il nostro metro da sarta e misurare le spalle, il bacino e le zampe dell'orso; poi possiamo scattargli una foto - Senza flash, mi raccomando! Non vorrete svegliarlo! - In alternativa possiamo immaginare orsi di varie fattezze e specie e, in barba alle giuste proporzioni, disegnare un buffo pupazzo.



Che decidiate o meno di intraprendere una scarpinata al chiaro di luna, poco importa. Ciò che conta davvero è possedere gli strumenti che permettono alla creatività di esprimersi al meglio.
Insomma, bisogna studiare!



E' da un po' di teoria (vi consiglio il libro della bravissima Hillary Lang), da un morbido tessuto e da un pizzico di manualità, che nascono gli orsi di stoffa.



E l'anima?
Gli orsi di stoffa hanno un'anima?
Certo che ce l'hanno, amici creativi!

L'anima è il frutto della personalizzazione, ciò che rende unica e speciale la vostra creatura, ciò che vi strappa un sorriso chiamandola per nome.




Risolte le grandi domande esistenziali degli orsi di stoffa, vi presento con grande piacere il nuovo arrivato in casa edulude. 

Un simpatico musetto, un nasone e un pancino tondo tondo,



due occhi vispi e un carattere sereno: ecco a voi l'orso Serafino!



Ricordatevi di non perdete la scia, amici creativi!
Alla prossima!




mercoledì 9 novembre 2016

I compiti a casa - Il cestino alberello

Dopo aver assistito alla prima dimostrazione creativa, di cui ho ampiamente parlato un paio di post fa (cliccate qui se volete rileggerlo), ho deciso di inaugurare una nuova rubrica dal titolo "I compiti a casa".
L'idea è realizzare progetti tratti da riviste o libri, seguire i consigli di chi è più esperto di me e, naturalmente, condividere l'esperienza con voi mostrandovi i miei "compiti a casa"!

Probabilmente i progetti inseriti in questa rubrica avranno poca attinenza con lo spirito educativo e ludico con cui nasce questo blog. Saranno piuttosto elementi decorativi o di uso pratico, la cui realizzazione però mi permetterà di misurarmi con tecniche diverse e di acquisire strumenti utili per le mie creazioni future.
Si tratterà di un momento di puro esercizio ... d'altronde com'è possibile migliorarsi senza fare un po' di pratica?


Allora che ne dite? Vi piace l'idea?

Ebbene amici creativi, in attesa del vostro riscontro, mi sono portata avanti.
Lo scorso sabato ho fatto visita alle ragazze del Tacabutun ed oggi vi mostro i miei compiti a casa!


L'oggetto della dimostrazione è stato un pratico cestino in feltro, decorato da un alberello realizzato con la tecnica dell'appliqué.
Per me, l'occasione di creare per la prima volta con il feltro spesso ed esercitarmi con le applicazioni.


Dopo aver fatto attenzione a ricavare dal foglio di feltro una sagoma dai bordi netti ed essermi concentrata per assemblare in modo armonico la chioma dell'albero, non poteva mancare qualche personalizzazione: non ho usato colla a caldo per assemblare il cestino, ma l'ho cucito a mano con punti invisibili (sul feltro spesso sono molto semplici da realizzare); ho rifinito l'alberello ripassando i bordi con la macchina da cucire; ho aggiunto due bottoni laterali e, naturalmente, la mia etichetta sul fondo.

Ehi, ma chi fa capolino dal mio cestino natalizio?

Ve lo ricordate? E' l'omino di pan di zenzero!


I colori che ho scelto per questo cestino - Ebbene sì, lo ammetto! Adoro il marrone e tutte le sue sfumature! - richiamano talmente tanto quelli degli addobbi natalizi realizzati lo scorso annoche non ho resistito alla tentazione di fotografarli insieme!

Ed eccoli qui, ritratti in una bella foto di gruppo.


Non perdete la scia amici creativi!
L'appuntamento è per la prossima esercitazione!





lunedì 31 ottobre 2016

Libro sensoriale a tema Halloween - L'orripilante compagnia è tornata!

Come sempre arriva puntuale la festa più controversa dell'anno.
C'è chi la ama e chi la odia; chi partecipa ad eventi a tema; chi si maschera e passa in rassegna le case dei vicini in cambio di dolci e caramelle; chi semplicemente la ignora e chi ostenta a voce alta la propria disapprovazione.
Ma una cosa accomuna la maggior parte della gente: la disinformazione.
Come accade ogni volta che scegliamo di risparmiare energie indugiando nell'ignoranza, la reazione agli eventi è sempre esagerata: i sostenitori della festa cedono al consumismo, mentre chi l'avversa, sminuisce questa antica tradizione riducendola ad una orrorifica parata fine a se stessa. 

E voi come la pensate?
Vi siete mai chiesti perché si festeggia Halloween, quale sia il suo antico significato e se è davvero così lontano dalle nostre tradizioni?
Se volete approfondire l'argomento e non sapete da dove iniziare, vi suggerisco di cliccare qui, di dedicare qualche minuto alla lettura del post e poi di spingervi oltre, lasciandovi guidare dalla curiosità.

Qual è la mia opinione?
Mi piace pensare che il mondo sia fatto di intrecci: non di fili paralleli destinati a non incontrarsi mai, ma di intrecci.
Come le matassine di mulinè. Per quanto ci sforziamo di avvolgere i fili sugli appositi rocchetti, troveremo sempre nel cassetto un groviglio informe e colorato.
Credo che la massima espressione delle contaminazioni e delle sfumature sia presente proprio nelle tradizioni. Esse custodiscono e tramandano insegnamenti, messaggi e cultura.

Quindi ... felice Halloween amici creativi!

Per festeggiare insieme vi propongo una nuova versione dell'"Incubo di una notte di mezzo autunno" andato in scena lo scorso anno.
Come dite? Avete rimosso tutto?!
Rinfrescatevi la memoria cliccando qui!

Ebbene ... l'Orripilante compagnia è tornata per raccontarci la sua storia attraverso le pagine di un libro tattile.



Sfogliamole insieme e seguiamo ancora una volta le avventure dei nostri eroi.



E' tornato Fantasma! Aleggia nell'oscurità e inquieta il sonno dei dormienti mentre Mummia, finalmente libera allo scoccare della mezzanotte, si aggira tra le strade della città.





Per mano di uno scienziato senza scrupoli, si compie la ri-nascita di Frankenstein. Nel frattempo, in un lugubre laboratorio, una misteriosa pozione ribolle nel calderone magico. Di cosa si tratterà? Mistura velenosa o filtro d'amore?



Tra la nebbia avanza Jack lanterna, imprigionato in una zucca intagliata. Esausto, vaga nell'oscurità alla ricerca di un luogo in cui riposare.


La notte è ancora lunga e tanti inconvenienti potrebbe riservarci.
Riempiamoci le tasche di golosi candy corn e regaliamoli al bambino mascherato! Eviteremo così ... lo scherzetto assicurato!!!



Qualche giorno fa ho deciso di completare il progetto iniziato lo scorso anno con la nascita dell'Orripilante compagnia. Ho realizzato gli scenari della storia e li ho rilegati a formare un libro tattile.





Tengo molto a questo libro perché assume per me un significato simbolico: rappresenta il mio passato e il mio presente creativo.
Le pagine, realizzate in feltro cucendo a mano tutti i particolari, sono il mio passato; la copertina morbida, realizzata in tessuto di cotone e imbottita, rappresenta il mio presente.
Il prima e il dopo la macchina da cucire.
Lo custodirò come una sorta di oggetto propiziatorio per il mio futuro creativo: la prova tangibile che posso farcela, se continuo a volerlo.

Non perdete la scia amici creativi.
Alla prossima!










martedì 18 ottobre 2016

Lo sbieco, questo sconosciuto - Resoconto di una dimostrazione creativa

Buongiorno amici creativi!
Avevo promesso di postare altri giochi a tema Halloween, ma oggi apro una breve parentesi per raccontarvi un pomeriggio diverso dal solito.



Laura e Laura sono le ragazze del Tacabutun, così mi piace chiamarle.
Varcando la soglia del loro negozio creativo si resta a bocca aperta, incantati dal materiale esposto e dalle creazioni che spuntano da ogni angolo. E più ci si guarda intorno, più si percepisce la passione di due ragazze che, 5 anni fa, hanno con coraggio tirato fuori dal cassetto il loro sogno determinate a realizzarlo.

Il sabato pomeriggio al Tacabutun ricorre un appuntamento allettante per tutti gli appassionati di cucito creativo: Laura e Laura presentano un progetto e ne mostrano passo passo la realizzazione.



Non avevo mai partecipato ad una dimostrazione e questa volta ho deciso di non mancare l'incontro.
Per me è stato un momento speciale, quasi una rivelazione perché sono fisicamente entrata in contatto con un mondo fin'ora conosciuto attraverso i post, i video tutorial, i libri e le riviste specializzate.
E' stato bello avere conferma che, dietro il materiale di cui mi sono nutrita in questi anni per accrescere la mia passione, ci sono persone reali con cui condividere interessi, scambiare opinioni e fare nuove esperienze.

Sabato ho assistito alla realizzazione di un porta posate e tovagliolo a tema natalizio: un'idea per arricchire la tavola delle feste.
Il progetto mi ha molto interessato per l'applicazione dello sbieco che non avevo mai messo prima. Così domenica, determinata a "fare amicizia" con questo perfetto sconosciuto, ho fatto i compiti a casa cimentandomi nell'impresa.

E' stato impossibile resistere alla tentazione di immortalare il momento cruciale ...


e, anche se fino all'ultimo punto non ho creduto nelle mie capacità, alla fine ce l'ho fatta! 
Evidentemente l'impegno è stato premiato!



Nel realizzare il progetto ho apportato una modifica per adattarlo alle mie esigenze. Ho inserito una fodera interna per dare al contenitore maggiore sostegno e destinarlo anche ad usi diversi.



Per il momento vi ho riposto il materiale avanzato dalla mia esercitazione, ma, trattandosi di un contenitore a tema natalizio, ben presto potrei usarlo per confezionare un regalo speciale o come busta da lasciare sotto l'albero con dentro la letterina e i biscotti per Babbo Natale ...

Adesso torno ai progetti lasciati in stand by e, con grande entusiasmo, attendo di trascorrere un altro sabato pomeriggio all'insegna della creatività.



Seguite la scia amici creativi ... alla prossima!

P.S. Se siete in zona, vi invito a conoscere di persona Laura e Laura; in alternativa seguitele sulla pagina facebook


  



martedì 11 ottobre 2016

Imprevisti e deviazioni inaspettate - Il memory game di Halloween

Buon martedì amici creativi!
Nonostante le tante idee e la voglia di fare, non sempre le cose vanno per il verso giusto.
Vi è mai capitato?
Oggi avrei dovuto scrivere un post diverso, ma, per una serie di imprevisti, non ho completato il progetto a cui stavo lavorando.

Una misura sbagliata;
la necessità di rifare tutto da capo;
la corsa in negozio per procurarmi il materiale necessario;
l'avviso dietro la porta: chiuso per fiera!
Un attimo di sconforto e la decisione di trasformare il ritaglio di stoffa avanzato in qualcosa di nuovo.



Avrei potuto far finta di nulla e, di certo, nessuno di voi avrebbe saputo della mia disavventura.
Ma perché nascondere le difficoltà?
Se un progetto portato a termine senza intoppi genera una grande soddisfazione, condividere momenti come questo non è da meno: un impedimento può condurre a deviazioni inaspettate e aprire interessanti opportunità.

E' quanto accaduto nel mio piccolo laboratorio. 
L'imprevisto ha acceso la creatività ispirando un gioco fuori programma: un memory game a tema halloween le cui tessere riproducono simpatici mostrini da accoppiare.
Li riconoscete, vero?
C'è la zucca lanterna, il signor Teschietto, un ragnetto pazzerello, un gatto sornione, Frankenstein e l'immancabile fantasmino.



E dopo aver giocato?
Niente paura, il disordine non regnerà sovrano! Basta riporre le tessere nel sacchetto ed è tutto pronto per un altro pomeriggio di giochi.



Aspettate, aspettate!
Non starete mica pensando che il mio progetto originale sia finito nella spazzatura! In un laboratorio creativo tutto si trasforma ... ma di questo parleremo la prossima volta!



lunedì 5 settembre 2016

Una parola d'ordine e una bambola di stoffa

Ben ritrovati amici creativi!
Chi mi segue avrà notato che fino ad ora ho realizzato creazioni diverse, spaziando dai nomi nascita al cibo di feltro, dai puzzle alle decorazioni per le feste, dalle madonnine ai libri gioco. 
Un percorso, iniziato semplicemente con ago, filo e feltro, che adesso porto avanti con la macchina da cucire e con la possibilità di combinare insieme tessuti diversi.
Un percorso animato esclusivamente dalla curiosità e dalla voglia di saper fare "di tutto un po'" che mi caratterizzano da sempre.
Un percorso giovane, in cui c'è ancora tanto da imparare e in cui cerco la mia strada nel mondo del cucito creativo.
Un percorso in divenire, in cui la parola d'ordine è sperimentare.

Sperimentando sperimentando, è nata lei: la mia prima bambola di pezza.


Per imparare, sono partita da un modello base di rag doll.
La realizzazione non è stata semplice: non è stato semplice fissare i singoli pezzi al rovescio, nè cucire con precisione mantenendo la direzione; non è stato semplice quando, nel risvoltare il lavoro, ho per sbaglio "amputato" un braccio sano e ho fatto un passo indietro per sistemare il tutto.

Non è stato affatto semplice, ma, quando ho sentito l'entusiasmo smorzarsi, ho recitato più volte il mio mantra - lo ricordate? - e, guidata dall'"intraprendenza della pecora", ho portato a termine il mio lavoro.


Come spesso accade quando si sono superate le prime difficoltà, ho rilanciato la sfida: ho ricamato alla mia creatura due occhi verdi e, guardandola dritta in faccia, le ho detto: sarai riccia!

Un pensiero azzardato costato diverse ore dedicate alla chioma: fili di lana cuciti uno alla volta sulla testa, annodati tra loro ed infine aperti per ottenere da ciascuno tre ricci morbidi e vaporosi. Un lavoro lento e paziente durato il tempo necessario affinché, chiudendo gli occhi, non vedessi anche nel buio ... capelli e per giunta ricci!


Terminata l'impresa titanica, mi sono affezionata talmente tanto alla mia bambola da decidere di mostrarvela, nonostante sia nata come prototipo di riferimento per future creazioni.



Vi lascio con la promessa di realizzarne presto altre, magari dotate di vestitini, scarpette e tutto il necessario per essere degne compagne di giochi.

Adesso mi rintano nel mio laboratorio per altri tentativi, prove ed errori. Chissà con quale creazione vi saluterò nel prossimo post.

Ciao, ciao!

venerdì 5 agosto 2016

Un progetto che mi sta a cuore: il mio primo quiet book


Salve a tutti amici creativi!
Ci eravamo lasciati con qualche indizio riguardo un progetto segreto e con la promessa di risentirci presto.
Sono stata di parola, non è vero?
Dopo una breve attesa, oggi scoprirete dove si è "posata" la mia prima etichetta edulude.

Si tratta di un progetto che mi sta molto a cuore. Fa parte di una idea più grande che coinvolge interamente il mio modo di essere e di pensare: riguarda le storie e tutto ciò che esse rappresentano nella vita dell'uomo. Come potete immaginare, è un discorso troppo lungo da affrontare in questo momento, ma ci torneremo presto.
Adesso vi basti sapere che desideravo realizzarne uno da tanto, forse troppo tempo.

Eccoci dunque, ci siamo!
Con una forte emozione ed un pizzico di soddisfazione, vi presento il mio primo libro sensoriale.


Ho scelto di realizzare un libro che, già dalla copertina, fosse un invito a non fermarsi alla vista, ma ad usare il tatto per esperirlo appieno. Pertanto, ho pensato di realizzare pagine morbide e colorate.


Ciascuna pagina propone attività semplici adatte ai più piccoli (tirare una cordicella, spingere una pallina, sollevare una finestrella, far passare sotto/sopra) seguendo un tema conduttore: gli animali.

Sfogliando il libro incontriamo:


una medusa con tentacoli mobili da far fluttuare;


un'ape intenta a succhiare il nettare da un grosso tulipano e un timido elefante che si nasconde dietro le sue enormi zampe;


un'ostrica che custodisce al suo interno una perla preziosa e una buffa lumaca con un intruso che passeggia nella sua casa;


un topolino goloso che non vede l'ora di mangiare la sua fetta di formaggio e un animale misterioso da comporre: è una mucca!


Infine una giraffa curiosa che scruta tra le fronde di un albero.


Oltre a promuovere lo sviluppo di abilità cognitive e sensoriali, penso che un libro tattile sia un oggetto speciale: un libro in grado di strappare un sorriso anche ad un adulto, il quale, seppur lontano dal suo periodo senso-motorio, non può resiste alla tentazione di mettersi in gioco.

Va bene, va bene lo confesso!
Anch'io sono tornata un po' bambina e mi sono cimentata nelle varie attività, ma shh ... che resti un segreto!






Prima di salutarvi amici creativi, ho una importante comunicazione da darvi: edulude è approdata su youtube!
Pubblicherò i miei video in un canale dedicato per poterli condividere con tutti voi. Non vi resta che iscrivervi per essere sempre aggiornati e non perdere le ultime novità.

Alla prossima!

lunedì 1 agosto 2016

Fasi di crescita, bisogni e soluzioni creative: le mie etichette

Buongiorno amici creativi!
Oggi è l'inizio di un nuovo mese ed è anche lunedì: due buone ragioni per essere produttivi, non credete?
Lo so, lo so ... State pensando che è agosto e che sarebbe meglio starsene stesi in spiaggia a rilassarsi un po', ma riflettete bene.
Non avete notato qualche cambiamento negli ultimi giorni?
Quando le vacanze iniziano per gli altri, qualcosa si trasforma e noi, invece di lamentarci del caldo e di contare le ore che ci separano dalla partenza, dovremmo concentrarci sul buono della nostra condizione.
In piena estate si ha la sensazione che le giornate scorrano più lentamente con la possibilità di sfruttarle al meglio; diminuiscono il traffico e i rumori ad esso legati: un vero toccasana per le orecchie e un invito ad uscire di casa per respirare aria buona e per passeggiate più piacevoli; inoltre, dai volti di chi vacanziero lo è già, traspare un benessere contagioso: guardate i visi e i sorrisi, respirate il senso di tranquillità generale e ... ricaricatevi!

Allora? Vi ho convinti?
No?!
Peccato! Perché per edulude il contagio è avvenuto alla grande, considerato il fermento creativo che anima il mio piccolo laboratorio!
Quindi voglio iniziare la settimana e il mese raccontandovi di una novità e di un momento inevitabile lungo il percorso di ogni creativo.

Quando, animati unicamente dalla curiosità e dalla voglia di imparare, si vedono nascere pian piano creazioni frutto del lavoro delle proprie mani, si avverte una necessità: il desiderio di stabilire con esse un legame indissolubile, di dargli una identità per poterle chiamare per nome e riconoscerle tra le altre.
Bene, anche per me è giunto tale momento.

Ma come soddisfa un simile bisogno chi si occupa di cucito creativo?
Realizzando delle etichette, naturalmente!


Esistono svariati modi per produrre etichette personalizzate: si può richiederle in un negozio specializzato oppure farle da sé con carta termoadesiva, con stencil, con stampa diretta su tessuto ...
Pensando alle mie, le ho immaginate il più possibile in armonia con il mio modo di creare: dei "pezzi unici", una leggermente diversa dall'altra, con le caratteristiche "imperfezioni" che solo un lavoro manuale sa dare.
Così sono nate le mie etichette: rigorosamente "scritte" a mano su fettuccia di cotone con filo muliné.


Vi do subito un indizio su dove si poserà la prima:


Il progetto però è ancora segreto e non posso svelarvi altro.
Se volete sapere di che cosa si tratta, restate connessi amici creativi!
Lo scoprirete presto!



sabato 23 luglio 2016

Felt food: pancake e un invito a entrare nel mio laboratorio creativo

Ben ritrovati amici creativi!
Oggi vi invito a entrare nel mio piccolo laboratorio per scoprire come nasce una mia creazione. 
Per l'occasione ho scelto di realizzare dei pancake e di mostrarvi come, anche dietro un progetto non troppo elaborato, si cela un lavoro minuzioso e una grande attenzione ai particolari.



Ma non è proprio come pensate: non vi propinerò il solito tutorial con tecniche e fasi di lavorazione.
All'interno di un laboratorio creativo, infatti, è un po' come in cucina: seguire alla lettera i passaggi della ricetta è necessario, ma non sufficiente per ottenere un buon piatto. 
La mia intenzione è proprio farvi scoprire quel tocco in più: la motivazione, l'inventiva, la dedizione, la cura che, se ben dosate e rimestate, permettono la buona riuscita di un manufatto.

Non perdiamoci in chiacchiere allora e iniziamo subito.

1. Il primo passo è la progettazione.
Davanti a un foglio bianco è importante porsi delle domande, chiedersi quale oggetto si intende realizzare, perché e a chi è destinato.
Ciò che dà valore ad una creazione è proprio l'essere stata pensata e progettata per un uno scopo ben preciso, l'aver attribuito ad essa un significato, l'averla resa utile e funzionale.
Durante la fase di progettazione è importante non farsi scoraggiare dai pregiudizi.
Quante volte, infatti, le attività creative sono assimilate ad occupazioni di poco conto e il loro prodotto prontamente etichettato come "lavoretto" fine a se stesso?! 
La creatività in ogni sua forma, invece, è sinonimo di una mente feconda: è la capacità di creare con l'intelletto, di guardare oltre e trasformare idee, materiali e oggetti. 
In tale prospettiva, ecco che un semplice manufatto assume un potenziale infinito: un gioco di pezza diventa un oggetto transizionale; un libro di stoffa, uno strumento per stimolare la psicomotricità; un cibo di feltro, un significante nel gioco simbolico e così via.

2. Altro aspetto importante spesso sottovalutato è l'informazione.
Riprodurre un oggetto senza averne prima sperimentato le fattezze, studiato la forma, le proporzioni e i colori è come cucinare un piatto che non si è mai assaggiato: non si può sapere se rispecchia l'originale.
E' quindi consigliabile raccogliere quante più informazioni possibili riguardo le caratteristiche dell'oggetto, per avere un modello concreto cui riferirsi.

Foto presa dal sito www.marthastewart.com

Se ciò non dovesse bastare, può essere d'aiuto osservare il modo in cui altri lo hanno riprodotto.

3. Dopo lo studio preliminare si passa alla pratica: la realizzazione.
In tale fase si scelgono i materiali, si procede alla loro trasformazione e si opera senza fretta: è necessaria pazienza, cura e dedizione.

Vi illustro brevemente come ho organizzato il lavoro.
Per prima cosa ho disegnato le diverse parti che compongono il pancake su un semplice cartoncino riciclato e ne ho ricavato un cartamodello. Poi ho riportato le sagome sul tessuto e continuato con taglio e cucito, non dimenticando di fissare l'imbottitura necessaria a dare sofficità alle mie frittelle e di lasciare delle aperture per risvoltare il lavoro.


Risvoltati i singoli pezzi con delicatezza,


ho assemblato il pancake.


Per unire la crosticina al cuore del pancake ho optato per un punto nascosto. Si tratta di un punto invisibile che unisce due lembi di stoffa dall'interno; deve essere eseguito rigorosamente a mano, pressappoco così:


Dopo aver stirato le singole componenti per appiattire bene le cuciture ed eliminare eventuali pieghe di lavorazione, ecco cosa ho ottenuto:


che moltiplicato per 3 fa:


Adesso arriva la parte più divertente: ho assemblato i pancake e mi sono concessa qualche minuto per giocarci un po'.


4. Il lavoro non è ancora terminato per chi come me decide di condividere le creazioni in un blog o sui social network. 
Scrivere un post non è affatto semplice: capitano spesso momenti privi di ispirazione, ma fortunatamente ce ne sono altri in cui le parole arrivano come un fiume in piena.
La condivisione passa anche e soprattutto attraverso le immagini. Per realizzarle è necessario allestire un piccolo set fotografico, aspettare la luce giusta per scattare le foto, inserire una firma o un logo e impaginare il tutto in modo armonico.


Per quel che mi riguarda, trovo quest'ultima parte alquanto ostica perché ho nozioni elementari di fotografia e non so usare programmi specifici per elaborare le immagini. Al momento ce la metto tutta per ottenere risultati piacevoli con i miei mezzi, ma ho il proposito di approfondire e migliorare tali aspetti.

Bene amici, siamo giunti alla fine della visita guidata nel mio laboratorio creativo: spero vi sia piaciuta e vi abbia permesso di conoscere meglio me e il mio modo di creare.


Ciao a tutti e ... alla prossima!





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